RIDDICK

 

GENERE: Azione, Fantascienza, Thriller REGIA: David Twohy SCENEGGIATURA: David Twohy

ATTORI: Vin Diesel, Jordi Mollà, Karl Urban, Katee Sackhoff, Dave Bautista, Nolan Gerard Funk, Bokeem Woodbine, Raoul Trujillo, Neil Napier.

FOTOGRAFIA: David Eggby MONTAGGIO: Tracy Adams MUSICHE: Graeme Revell

PRODUZIONE: One Race Productions, Radar Films

DISTRIBUZIONE:  Notorious  Pictures

PAESE: USA 2013

DURATA:  119 Min

TRAMA: Tradito dai Necromonger e lasciato quasi morto su un pianeta desolato, Riddick deve combattere per la propria sopravvivenza contro predatori alieni. Inizialmente molto debole a cause delle gravi ferite lasciategli dai Necromonger, Riddick, ripensando ai suoi giorni da Lord Marshal, si rende conto di essersi troppo civilizzato e decide di tornare il guerriero selvaggio di un tempo, diventando ancora più pericoloso e potente. Presto, dei mercenari giungono sul pianeta per tentare nuovamente di incarcerare Riddick, ma finiscono vittima di un piano di quest’ultimo per fuggire e tornare sul suo pianeta natale Furya e salvarlo dalla distruzione.

Film interessante per le ambientazioni oserei dire quasi post atomiche seppure non terrestri, e per i mostri alieni di una ferocia inaudita; la trama molto lineare fa da sfondo all’azione  sfrenata del protagonista  Vin  Diesel  che   qui veste i panni di un invincibile intrepido e a volte profetico Riddick.

In questo terzo film della saga Riddick, il pericoloso criminale e assassino intergalattico, tra i pochi superstiti del pianeta Furya, è una macchina da guerra umana, in grado anche di vedere nel buio, che oltre ai nemici alieni deve combattere anche nemici della sua stessa specie, venuti appositamente per catturarlo e intascare la taglia sulla sua testa. Sorgono però una serie di problemi con le ostili forme di vita aliene, con l’arrivo di una grande e nefasta tempesta e con il recupero delle batterie per poter abbandonare il pianeta … E naturalmente con i cacciatori di taglie.

Il film scorre piuttosto velocemente, tra lotte impari con i mostri alieni, scorribande in una sorta di deserto spaziale e lotte tra i nuovi venuti e il protagonista. La storia ha un ritmo costante e non ci sono scene di transizione tra un’azione e l’altra, in pratica è un’azione continua e lo spettatore non si annoia mai.

Un merito speciale di questa nuova puntata di questa saga va al personaggio principale Riddick che è diventato un’icona, attraverso il suo interprete (Vin Diesel) che mira all’iconocità per ogni personaggio che interpreta, come per esempio il personaggio di Dominic Toretto nella saga di Fast & Furious.

In questo film il protagonista pare invincibile e sotto certi aspetti   anche profetico, anche se nel primo quarto d’ora di pellicola Riddick non parla, agisce soltanto, una sorta di Rambo intergalattico insomma; sperimenta su se stesso la solitudine forzata dell’esilio fino a che non decide di adottare una specie di canide più simile a un dingo o una iena che a un comune cane, prova ad immunizzare se stesso e l’amico a quattro zampe dal veleno di un mostro alieno simile ad un’idra, pare con successo, in base al principio che tutto ciò che non lo uccide lo fortifica, proprio come in un videogame.

Bella l’interpretazione di Jordi Mollà calato perfettamente nei panni di un personaggio arrogante e vigliacco che farà la fine che merita, mentre la presenza del wrestler Batista, (al secolo David Bautista), è di pura vetrina.

Scritto e diretto come i precedenti da David Twohy, sostanzialmente è un buon thriller di scarna fantascienza e comprensibilmente cucito su misura  di Vin Diesel; nella dilagante moda della serialità cinematografica, il film lascia aperta più di una porta per i futuri capitoli, anche se devo dire che il finale,  e  mi  riferisco  proprio all’ultimo  minuto  e  mezzo  del film, sembra studiato appositamente per agganciarsi al successivo episodio narrativo della saga.

Volendo comunque attribuire a questa pellicola una morale potrebbe essere la seguente: la superiorità degli elementi naturali resta comunque imprescindibile, mentre la fallibilità degli esseri umani è manifesta anche nel futuro prossimo o in un’altra dimensione, dovendosi questi ultimi aggrappare sempre a congegni artificiali per la propria sopravvivenza.

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