SERIAL KILLER PER SIGNORA

Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia, scontro tra titani

d857df8a9cfd7c86ccb2e9f710b5414b_MWILLIAM GOLDMAN – SERIAL KILLER PER SIGNORA

Traduzione, adattamento e regia Gianni Fenzi e Gianluca Guidi

Con Gianluca Guidi, Giampiero Ingrassia, Teresa Federico, Alice Mistroni

Produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro

Roma, Sala Umberto, dal 24 gennaio al 5 febbraio 2017

 

Cristopher Kit Gill (Gianluca Guidi) è un attore fallito, che vede ingigantita la propria pochezza dall’ombra della madre, grande attrice appena scomparsa e per questo a maggior ragione onnipresente nelle copertine dei giornali di mezzo mondo. Le copertine, ecco il suo cruccio: come fare per avere le stesse copertine? E’ disposto a tutto!

Il sogno, o l’incubo se preferite, delle copertine non tormenta in egual misura la vita di Morris Bromo (Giampiero Ingrassia), detective della Polizia di New York, piuttosto superficiale e poco incline agli atti eroici, uno che preferisce vivacchiare rischiando poco, anche nel privato, accontentandosi di convivere ancora con una madre che non manca di ricordargli i successi del fratello.

Tra i due si instaura un rapporto perverso: la mente malata di Cristopher lo porta ad uccidere senza tanti complimenti pur di avere queste agognate copertine, ma la cosa ancora più bizzarra è che informa Morris di tutte le sue mosse, per provare il brivido e per cercare collaborazione da lui per la visibilità tanto desiderata.

Da parte sua lo stesso Morris si trova catapultato in quello che presto diventa un caso nazionale, la questione diventa quasi personale tra loro due, che a quest punto non possono stare l’uno senza l’altro, pur essendo avversari. Quei riflettori puntati su di sè che in vita sua ha sempre scrupolosamente evitato sembra ora quasi coccolarlo.

Escono molti articoli, ma a Cristopher manca il colpo grosso: il New York Times. E’ quella la certificazione del “successo” raggiunto davvero!

Si susseguono vittime, indagini, fughe, delusioni, ma tutto tra le pieghe dei due mattatori che in maniera assolutamente impeccabile interpretano, cantano, ballano, creano, con la complicità delle due interpreti femminili che, trasformandosi velocemente quanto abilmente, appoggiano la malattia mentale dei due nei panni di vari personaggi femminili, dalla madre di Morris ad alcune vittime della follia omicida di Cristopher.images

Divertente anche il malfunzionamento di una scenografia mobile che non si muove al momento giusto e la cosa diventa spunto, grazie all’abilità degli attori in scena che fa pensare ad un espediente studiato ad hoc (cosa poi negata dai protagonisti), per una piccola fuga verso il surreale con Guidi stesso che interviene, aggiusta, spiega al pubblico e ricomincia come se nulla fosse.

Le scene e i costumi di Annamaria Morelli sono perfettamente confacenti a distinguere gli ambienti: il salotto, la chiesa, la strada, la cucina, il pigiama, l’impermeabile, il costume alla Diabolik dell’assassino.

Ma, oltre alle parti cantate con efficacia e tecnica dai due protagonisti, nella traduzione di Giorgio Calabrese, il pezzo forte dello spettacolo sono a mio avviso le telefonate tra i due, attese, quasi programmate come due fidanzatini, perfino turbati da un piccolo “ritardo”; il pensiero dell’assassino per Morris rasenta presto l’ossessione, tanto da trascurare e rischiare di perdere la compagna!

E’ chiaro che la gloria finale ed eterna non potrà essere di entrambi.

Tenete d’occhio alcune repliche in programma al Sud nel mese di aprile!

Alessandro Tozzi

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