THE DEAD DAISIES – REVOLUCION – SPITFIRE MUSIC – 2015
Formazione: John Corabi – voce e chitarra acustica; David Lowy – chitarra; Richard Fortus – chitarra; Marco Mendoza – basso e cori; Jackie Barnes – batteria; Dizzy Reed – tastiere e cori
Produzione: Craig Porteils
Titoli: 1 – Mexico; 2 – Evil; 3 – Looking for the one; 4 – Empty heart (feat. Jimmy Barnes); 5 – Make the best of it; 6 – Something I said; 7 – Get up, get ready; 8 – With you & I; 9 – Sleep; 10 – My time; 11 – Midnight Moses; 12 – Devil out of time; 13 – Critical
Che supergruppo sono diventati i The Dead Daisies! Leggiamo i trascorsi dei vari elementi: il nuovo entrato al microfono John Corabi ha egregiamente (anche se sfortunatamente e brevemente) militato tra gli altri in Scream, Union e Motley Crue; Marco Mendoza è un pezzo da 90 internazionale per l’appartenenza a Whitesnake e Thin Lizzy; Richard Fortus e Dizzy Reed vengono dal mito (o ex tale) Guns & Roses, insomma veterani dell’hard rock.
Il risultato è appunto un energico disco di hard rock, di ottimo livello anche compositivo e con piccole contaminazioni, gustose forse proprio perché non eccessive.
Si comincia con Mexico che è un pezzo che si incolla in testa e ci si avvinghia col suo sound appena un po’ sporco, intervallato da un piano centrale che entra quasi in punta di piedi, si prosegue con Evil, un blues di quelli che a me piace chiamare moderni, pregevole rilettura di un classico di Howlin’ Wolf con la voce di Corabi ancora più roca ma sempre sugli scudi e un bel guitar solo.
Giù il cappello di fronte a Empty heart, energica ballad con interpretazione magistrale al microfono. Peccato non poter dire altrettanto di Sleep, troppo lentona e senza grandi sussulti, neanche emotivi.
Non dispiacciono il coro gospel che caratterizza Something I said o le variazioni funky di Get up, get ready, lamentosa inizialmente ma poi conclusa da un ottimo lavoro delle chitarre e delle tastiere, come anche With you & I e tutto il suo effetto metallico che mi ha ricordato i Motley Crue di Girls, girls, girls.
Tutta la grafica della copertina trasuda Cuba e anche qualche sonorità ne risente positivamente, pur nel suo stampo in linea di massima a stelle e strisce.
Non è facile superare un debutto, i The Dead Daisies ci sono riusciti soprattutto grazie all’apporto di un grande vocalist come John Corabi. Non vai in tour con Aerosmith, Kiss o ZZ Top se sei un pivello…
Davvero un album interessante, a quando il prossimo, naturalmente con John Corabi confermato per acclamazione popolare?