UNA PICCOLA IMPRESA MERIDIONALE

Dopo la fortunata esperienza di Basilicata Coast to Coast, Papaleo ci racconta nuovamente il Sud e le sue dinamiche sociali

REGIA: Rocco Papaleo
GENERE: Commedia
SCENEGGIATURA: Walter Lupo
SOGGETTO: Rocco Papaleo, Walter Lupo
ATTORI: Riccardo Scamarcio, Barbora Bobulova, Rocco Papaleo, Sarah Felberbaum, Claudia Potenza, Giovanni Esposito, Giampiero Schiano, Mela Esposito, Giuliana Lojodice, Giorgio Colangeli
MONTAGGIO: Christian Lombardi
FOTOGRAFIA: Fabio Zamarion
MUSICHE: Rita Marcotulli
COSTUMI: Claudio Cordaro
DISTRIBUZIONE: Warner Bros
PAESE: Italia, 2013
DURATA: 103 Min

TRAMA: Un ex prete, don Costantino, per mettere a tacere le voci di paese si rifugia in un vecchio faro abbandonato, di proprietà della sua famiglia. Il luogo dovrebbe garantirgli l’isolamento, invece attira l’attenzione di tutti: vi giunge una escort, sorella della donna di servizio della madre; il cognato Arturo, lasciato dalla moglie (in fuga d’amore con un misterioso amante); una stravagante ditta di ristrutturazioni, chiamata per riparare il tetto; e infine, la mamma stessa, scappata dal paesino attraversato dalle malelingue.

 La musica è un elemento centrale di questo film. Peraltro lo ammette lo stesso autore, Rocco Papaleo, il quale dice di scrivere le sue opere sempre a partire dalla musica. Chi non ricorda il debutto di Papaleo in Classe di Ferro (serie TV italiana di fine anni 80) con una divertente serenata suonata e cantata ad una gallina intenta a fare un uovo? A parte gli scherzi (o i ricordi d’infanzia), la musica accompagna l’intero film sia come colonna sonora (opera della jazzista romana Rita Marcotulli) sia come spunto narrativo. Infatti, Arturo (Riccardo Scamarcio) ha una certa sensibilità musicale che nel corso degli anni lo ha portato a scontrarsi col padre, musicista di paese per i matrimoni.

Suono e immagine. Ed ecco allora l’ottima fotografia che celebra un’ambientazione perfettamente riuscita, grazie agli scenari mozzafiato delle coste meridionali. Il faro, il mare, le rocce. Sono talmente importanti questi aspetti, che il regista induce troppo su di essi perdendo di vista il ritmo del film, che risulta eccessivamente lento. Forse ci si aspettava una commedia brillante alla Basilicata Coast to Coast, invece da questo punto di vista la pellicola delude un po’ le attese. Voleva essere una commedia maggiormente poetica e intimistica, ma il tentativo resta ambizioso e confinato a una cifra artistica che promette ma non mantiene, nonostante la gradevolezza dell’umorismo intelligente ed efficace di Papaleo.

Il film affronta anche temi importanti: l’omosessualità femminile, le famiglie allargate e la loro accettazione sociale, la fede, la castità dei religiosi. E lo fa senza strizzare l’occhio a certi stereotipi, che fanno ridere di più e ragionare di meno. Il faro rappresenta efficacemente un simbolo. Le persone che lo raggiungono sono tutte “in alto mare” nella navigazione della propria vita e sono costrette a riacquistare un punto di riferimento per proseguire la propria rotta. E grazie all’unione delle forze e al sostegno reciproco l’obiettivo non risulterà poi così impossibile da realizzare.

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