“Fantasme” al Teatro Marconi

Teatro-danza e splendido accompagnamento musicale, nello spettacolo programmato durante "Marconi estate"

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Compagnia Teatrosophia presenta:
FANTASME
Tratto dal libro “Fantasme, da Messalina a Giorgiana Masi, come e dove incontrarle”, di Claudio Marrucci e Carmela Parissi, pubblicato da Fefè Editore
Adattamento e Regia: Guido Lomoro
Con: Maria Concetta Borgese, Marta Iacopini, Silvia Mazzotta
Coreografia e movimenti scenici: Maria Concetta Borghese
Musiche composte ed eseguite dal vivo da: Theo Allegretti
Scenografie: Enzo Piscopo
Disegno luci: Gloria Mancuso
Costumi: Tania Orsini
Luci e fonica: Alex V.D.S.
Foto: Aurora Leone
Ufficio stampa: Andrea Cavazzini
Al Teatro Marconi il 13 luglio 2023 per “Marconi estate”

INTRO: Le Fantasme tornano. In un ultimo ineluttabile viaggio. Dal Medioevo agli anni di piombo, dall’antichità al Rinascimento, sono giunte fino a noi e appaiono nelle coscienze di noialtri, fallaci attori del presente. Raccontano storie, quelle del loro vissuto. Storie che non hanno tempo. Le Fantasme siamo noi, l’inascoltato che è in noi. Tornano ad avvisarci, a metterci all’erta, a ricordarci che è ancora possibile non sbagliare. Ma non solo nei confronti delle donne. Bensì nei confronti di noi stessi e del mondo intero. In Fantasme, la parola e la musica, il corpo e lo spazio, si astraggono e si compenetrano, tra realtà e mito, storia e leggenda. Il femminile viene indagato dando corpo e voce a donne senza tempo.
Nel primo quadro le protagoniste sono: Gaia Lavinia Volumnia (regina etrusca), Bianca Maria Aloisia Malaspina (giovane albina uccisa per stregoneria nel Medioevo) e Bianca Lancia (moglie suicida di Federico II di Svevia). Nel secondo quadro troveremo Lucrezia Borgia (una delle nobildonne più potenti e inquietanti del nostro Rinascimento), Artemisia Gentileschi (importantissima pittrice del Seicento) e Beatrice Cenci (nobildonna romana giustiziata nel 1599 per parricidio). L’ultimo quadro annovera invece Bianca Maria Martinengo (nobile infante del Cinquecento, morta tragicamente mentre una notte cercava di catturare delle lucciole), Rita Rosani (partigiana italiana di origine ebraica, medaglia d’oro al valore militare) e Giorgiana Masi (studentessa, uccisa da una pallottola vagante durante un corteo negli anni di piombo).

Al termine del magnifico spettacolo andato in scena al Teatro Marconi, nel corso di quel festival estivo che qualitativamente rappresenta ormai una sicurezza, siamo stati catturati da diversi pensieri, alcuni dei quali portavano inequivocabilmente a Gorizia: si svolge lì da anni un festival di respiro internazionale, ribattezzato èStoria. E il tema di questa edizione era proprio “Donne”. Frequentando gli stand del festival e assistendo ai vari convegni abbiamo potuto ascoltare un lungo intervento di Barbero su Giovanna D’Arco o scoprire pubblicazioni così interessanti da essere poi lette tutto d’un fiato, come l’agile studio sulla pirateria al femminile firmato da Federica Capaccioni e intitolato “Solcando i sette mari – Piratesse e corsare“.
Ecco, un analogo desiderio di sondare la presenza delle donne in secoli di Storia, senza affatto tacerne i risvolti più complessi e drammatici, è senz’altro presente nel bel testo di Claudio Marrucci e Carmela Parissi, “Fantasme, da Messalina a Giorgiana Masi, come e dove incontrarle”, che ci siamo voluti procurare proprio al termine di tale esperienza teatrale. Ma naturalmente, grazie all’ottimo lavoro svolto da Guido Lomoro a livello di adattamento e regia, tali figure sono diventate anche altro, in scena. “Fantasme” è pertanto spettacolo che sulle note di Theo Allegretti, pianista e tastierista di grande talento, rende tangibili vicende umane, emozioni e stati d’animo che hanno attraversato i millenni.

Sul palco o scendendo tra gli spettatori, Maria Concetta Borgese, Marta Iacopini e Silvia Mazzotta non si limitano a dar voce a tali storie, ma creano di continuo coreografie, baciate peraltro da suggestivi tagli di luce, il cui pathos interno è parte integrante dell’affabulazione. Ectoplasmatiche figure di ritorno da un passato di tormento e discriminazione, di passione e lotte politiche, di amori contrastati e persecuzioni religiose. Il già menzionato Theo Allegretti, suggerendo quasi le stesse impressioni che poteva offrire all’epoca un pianista del cinema muto, è riuscito da par suo a trovare il timbro giusto per le singole micro-storie, per i cambiamenti di umore (da epico a sussurrato, da dolente a sferzante/ironico) del racconto; rendendo così lo spettatore ancora più partecipe, sul piano emozionale, di questo viaggio in epoche passate, fatto sia di episodi da riscoprire che di altri maggiormente noti, ma in ogni caso degni di essere rievocati con giustificato fervore.

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