IL CANNIBALE di Jefferson Bass

 

Titolo Il cannibale

Autore Bass Jefferson

Anno Pubblicazione 2012,

Pagine 323

Traduttore Ricci M.

Editore Newton Compton

 Trama: Il dottor Bill Brockton è un noto antropologo forense, direttore della famosa Fabbrica dei Corpi, dove si studia la decomposizione dei cadaveri. Quando un giorno si ritrova a esumare un corpo per eseguire un test di paternità, tutto lascia supporre che si tratti di un caso di routine. Ma l’apertura della bara riserva una scioccante sorpresa: il corpo all’interno è stato orrendamente profanato. In seguito alla raccapricciante scoperta, Brockton viene contattato dall’FBI, che vorrebbe utilizzare i cadaveri dei suoi esperimenti come esca per smascherare un fiorente mercato nero di resti umani. Proprio mentre sta decidendo, pieno di dubbi, se accettare o meno, il suo grande amico Eddie Garcia rimane vittima di un incidente e rischia l’amputazione di entrambe le mani: la sua carriera di medico legale potrebbe avere fine per sempre. Un evento inaspettato e sconvolgente, che rischierà di compromettere l’indagine sul profanatore di tombe, ma anche i principi in cui Brockton crede…

Premetto che il titolo del libro non ha nulla a che vedere con il cannibalismo antropologico, bensì con un cannibalismo molto più sottile, inteso come smembramento di corpi e non come chi si nutre di corpi umani.

Molto interessante il fatto che sia B. Bass e K. Reichs abbiano scritto entrambi un libro sul traffico illegale di organi, argomento di evidente attualità che ha suscitato l’attenzione dell’opinione pubblica negli Stati Uniti.

Mentre però K. Reichs, privilegia la storia gialla, il romanzo di Bass pone l’accento sui particolari scientifici, e le vicende poliziesche servono solo per legare i vari episodi autobiografici del maestro dell’antropologia forense. Nei libri di Bass si nota lo stacco fra gli avvenimenti gialli d’azione e di fantasia, e i fatti reali della sua straordinaria esperienza.

Bass è un uomo pragmatico e di scienza, da lui non ci si possono attendere straordinari slanci di fantasia, ma è proprio la realtà, a volte a superare di gran lunga l’immaginazione, a rendere unici i suoi libri. Il rigore scientifico, condito con un pizzico di goliardico umorismo, ci guida alla scoperta dei macabri misteri della morte, destinazione finale di tutti i viventi. Pessima, purtroppo, la traduzione (Grandi Montagne Fumose x Great Smoky Mountains lo trovo davvero eccessivo), anche nel titolo “Il cannibale”, che nulla ha a che vedere con la vicenda, rispetto all’originale “The Bone Thief”.

La storia comunque è ben articolata, i personaggi sono credibili, le vicende hanno un loro motivo d’essere, i colpi di scena non mancano e nemmeno i guizzi si fanno attendere ma la traduzione e l’editing – soprattutto questo – lasciano un po’ a desiderare.

In sostanza è un buon romanzo giallo, che tocca sensibilmente il lettore per le vicende umane in esso contenute; romanzo dai contenuti interessanti e dalla scrittura  scorrevole e mai noiosa.

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