Titolo: Il carnefice
Autore: Francesca Bertuzzi
Editore: Newton Compton Editori, 2011
280 pagine
In uno di quei piccoli paesi della provincia italiana all’apparenza tranquilli, ma in cui il male esiste, si nutre e cresce fra le vie strette, le case decadenti e i bar semibui, sta per avere inizio l’incubo. È qui che abita Danny, una ragazza di origine africana, arrivata in Italia ancora bambina, insieme alla madre e alla sorella. Una sera, dopo aver chiuso il locale in cui lavora, Danny viene aggredita. Fa appello a tutte le forze che ha per difendersi dalla brutale violenza, finché a salvarla arriva Drug Machine, il suo datore di lavoro e l’amico più caro. Ma il peggio per lei deve ancora venire e la sta aspettando proprio sulla soglia di casa. Lì la ragazza trova uno strano messaggio che fa d’un tratto riaffiorare i dolorosi fantasmi della sua infanzia: una sorellina e una madre scomparse troppo presto e troppo in fretta, violenze subite e taciute, difficili da raccontare… Chi ha lasciato quell’angosciante messaggio e perché? Chi vuole riportarla indietro nel tempo, insinuando in lei dubbi capaci di sconvolgerle la vita? In un crescendo di colpi di scena riemergeranno, uno dopo l’altro, antichi segreti e sepolte bugie. La verità sarà la più scomoda e inquietante che si possa immaginare.
Francesca Bertuzzi è nata a Roma nel 1981. A 22 anni ha conseguito il master biennale in “Teoria e Tecnica della Narrazione” alla Scuola Holden di Torino. Successivamente ha seguito un laboratorio di regia diretto da Marco Bellocchio e Marco Müller. Negli ultimi anni si è dedicata alla scrittura cinematografica, vincendo premi e riconoscimenti internazionali con diversi cortometraggi. Al momento sta lavorando al backstage, da lei diretto e montato, del film Vallanzasca – Gli angeli del male di Michele Placido.
Romanzo molto intrigante, forse per l’ambientazione molto vicina alla realtà dei giorni nostri, e a volte fin troppo calzante.
La storia è costruita come un puzzle dove ogni pezzo ha la sua collocazione precisa, la tensione man mano che la matassa si dipana è sempre più palpabile, fino al finale forse un po’ troppo eccessivo nell’azione, ma purtroppo per alcuni risvolti, piuttosto realistico e per alcune implicazioni piuttosto scabroso.
I personaggi sono ben delineati dal punto di vista sia descrittivo che psicologico, e mentre di alcuni si capisce subito il ruolo che interpretano, di altri l’ambiguità la fa da padrone.
Niente è lasciato al caso, ogni storia che inizia all’interno della storia principale, anche se apparentemente viene accantonata dopo poche pagine perché apparentemente conclusa, in realtà viene recuperata e conclusa al momento opportuno, svelando altri particolari del disegno generale.
Nel complesso è un bel romanzo di tensione, molto ben congegnato dove ogni storia è un filo dell’ordito che si intreccia perfettamente con una trama fitta e complicata di una provincia qualunque dell’Italia attuale.
Il finale e le implicazioni dello stesso, sono come un pugno nello stomaco perché in questo romanzo niente è come sembra e tutto e tutti hanno un secondo fine, il più delle volte non esattamente nobile, e ovviamente niente è senza prezzo.