Anna Cappelli

Anna è una vittima. Vittima del suo passato, degli uomini, della condizione della donna negli anni ’60.

Libre1603

Nell’ambito della settima edizione della rassegna “Libre. Teatro e Narrazione”, venerdì è andato in scena “Anna Cappelli”, una storia incredibile nata dalla penna di Annibale Ruccello, un giovane antropologo e autore napoletano scomparso nel 1986 a soli 36 anni. Nel Teatro San Genesio arriva quest’opera messa in scena da “Cantine Teatrali”, sul palco una bravissima Nora Godano.

Anna Cappelli è una giovane donna in fuga dalla sua famiglia in cerca di indipendenza. Si trasferisce a Latina a casa di una vecchia signora perché non può permettersi di pagare un affitto. La donna è ossessionata dalla mania del possesso e ha continui attacchi di nervi e cambi repentini di umore. Sono gli anni del boom economico, ma non per Anna che è costretta a vivere in uno stanzino, nella maleodorante abitazione della detestabile signora Tavernini, con i suoi malefici gatti. La ragazza non fa che lamentarsi per i colleghi, che hanno una casa tutta loro, e per i genitori che hanno ceduto la sua stanza alla sorella Giuliana.

Comincia una relazione con il collega di lavoro Tonino Scarpa, un uomo scapolo e benestante, proprietario di una grande casa che condivide con una vecchia cameriera. Un giorno le cose però cambiano: il signor Tonino, ragioniere facoltoso , dopo sei mesi di frequentazione, la invita ad andare a convivere da lui. Lei inizialmente non approva la convivenza, avendo paura delle discriminazioni borghesi, ma dopo un lavaggio del cervello dell’uomo, sul valore della emancipazione, si convince e va a vivere nella sua “reggia”, con ben 12 stanze. Finalmente tutto è suo: Tonino, la casa e gli oggetti che la compongono.

Ma questa “favola” non avrà un happy ending. Con il passare del tempo le richieste di Anna verso il ragioniere si fanno sempre più insistenti. È l’inizio della fine: quando Tonino, soffocato dalla morbosità della donna, le annuncia il suo trasferimento in Sicilia e la fine della convivenza, lei non lo accetta. Tonino il ragioniere innesca la miccia che manda in tilt la sua precarietà mentale. Lui vuole lasciarla e lei non può permetterlo. Il dolore di Anna verso questo amore non posseduto sfocia in tragedia.  Il gesto terribile di Anna lo trasformerà Tonino in un corpo a pezzi conservato nel freezer fino all’ultimo boccone che la donna ingerirà. Tonino è suo, ogni centimetro del suo corpo è suo, la casa è sua. Anna di fronte alla perdita dei suoi beni, guadagnati sopportando il ragioniere, la vecchia cameriera invadente, sacrificando giovinezza e maternità, diventa folle. Lo divorerà piano piano, il cervello, il cuore, dove risiedere il sentimento, e con le ossa farà candele. Con l’ultima brucerà tutta la casa.

Chi se lo aspetterebbe mai che quella giovane donna, che entra in scena vestita di giallo, abito da signora perbene degli anni ’60, sarà capace di uccidere e mangiare l’uomo che l’ha tradita? La forza di Anna Cappelli, la protagonista, nasce dall’astio, dal rancore e dal desiderio di possesso che la avvolge e poi la travolge. L’apparenza di donna provinciale ed ingenua, con i suoi abitini casti da perbenista, si dissolve nel dipanarsi del racconto.

Anna cappelli è una vittima; vittima del suo passato, vittima degli uomini, della condizione della donna negli anni ’60.
Viene spinta alle estreme conseguenze della follia da un mondo che si rifiuta di comprendere e che non ha la forza di combattere. Anna vorrebbe lottare, emanciparsi ma non ha gli strumenti per farlo. Vorrebbe non diventare mai come la vecchia signora con cui vive o come le colleghe di lavoro che non sopporta, ma non ci riesce, le manca la forza necessaria.  Cede ai suoi limiti, ai suoi impulsi, alla pazzia.

Nora Godano eccelle nella rappresentazione del delirio amoroso e nella follia omicida di Anna: una donna sola, priva di esistenza, disperata, che distruggerà tutto ciò che era riuscita ad avere. Uno spettacolo bello, intenso, che invita a riflettere sulla condizione umana, sulla follia, sulla precarietà delle nostre esistenze.

 

 

 

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