LA STANZA DELLA MORTE di Jeffery Deaver

Titolo: La stanza della morte

Autore: Jeffery Deaver

Editore: Rizzoli

Pagine: 592

Trama: Lincoln Rhyme torna in scena, sulla scena del crimine, naturalmente: che questa volta si trova alle Bahamas ed è la stanza d’albergo in cui un cecchino ha ucciso Robert Moreno, cittadino americano, noto attivista a favore dei diritti dei popoli del Sud America. L’omicidio è stato commissionato dal governo degli Stati Uniti per sventare i piani terroristici dell’uomo, ma i primi accertamenti rivelano che Moreno stava preparando una manifestazione pacifica e non un attentato. Per Nance Laurel, rigida viceprocuratore distrettuale animata da una totale, quasi fanatica dedizione al suo mestiere, l’organizzazione che ha eliminato Moreno e altri due innocenti deve essere inchiodata alle sue responsabilità. Rhyme e la sua partner Amelia Sachs indagano seguendo la scienza e l’intuito, com’è loro abitudine. Ma ai Caraibi le tracce lasciate dal cecchino svaniscono appena prima che Rhyme le riesca ad analizzare, e la polizia locale non sembra ansiosa di collaborare. Rimasta a New York, Amelia Sachs segue una pista parallela ripercorrendo gli ultimi giorni di Moreno da vivo: e le sue intuizioni si rivelano così esatte da farle correre pericoli sempre più alti. Nelle pieghe del caso si annida anche un killer con la passione per l’alta cucina, che sa usare da virtuoso i suoi sofisticati coltelli; e intanto nella Stanza della Morte vengono prese decisioni che ancora una volta rischiano di confondere colpevoli e innocenti.

Dopo una pausa di tre anni torna Jeffery Deaver con un nuovo libro con il detective Lincoln Rhyme come protagonista; qui vediamo il nostro criminologo alle prese con un omicidio apparentemente di facile soluzione che invece nasconde innumerevoli insidie.

Ma andiamo con ordine, la storia man mano che scorre si infittisce di personaggi, enigmi e vicende, la scrittura è piuttosto fluida ma a volte le descrizioni sono un po’ troppo dettagliate e introspettive e rallentano notevolmente il ritmo della storia, mi riferisco soprattutto al riepilogo periodico dei fatti e dei collegamenti che man mano si svolgono durante la storia.

La prima parte del libro è piuttosto lenta e descrittiva mentre la seconda parte è molto più scorrevole ed avvincente, ma questo libro è molto lontano dallo stile del Jeffery Deaver degli inizi anche se i personaggi di Deaver come al solito non deludono mai, ma in questo libro purtroppo non ho riscontrato la verve descrittiva e il coinvolgimento letterario che ho incontrato nei primi libri di questo autore quali per esempio la scimmia di pietra o la sedia vuota o ancora nero a Manhattan o pietà per gli insonni o ancora il famosissimo collezionista di ossa da cui è stato tratto un fortunato film.

Il personaggio principale appare in gran forma fisica, cosa che non si può dire della sua immancabile assistente qui alle prese con i suoi problemi di salute, ma nonostante tutto sempre bellissima arguta e scattante.

In questo libro i due protagonisti Sachs e Rhyme operano divisi e la storia perde mordente anche per questo motivo, la squadra funziona solo se avviene la nota sinergia di somma ed alchimia che riescono a creare i due personaggi uniti, in questo modo ognuno sembra un pesce fuor d’acqua, la metà di una stessa mela.

Insomma l’impressione generale del lettore è che questo libro sia stato scritto un po’ di fretta, per rispettare gli accordi presi con l’editore, senza curare troppo il ritmo e la suspance, per riuscire ad arrivare alla fine e pubblicare un nuovo titolo comunque imperdibile per i fans, ma non da annoverare tra i libri migliori di questo autore.

More from Roberta Pandolfi
SONO IO L’ASSASSINO di Amy Suiter Clarke
Editore: Newton Compton Editor Traduttore: Donatella Semproni Collana: Nuova narrativa Newton Anno...
Read More
0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments